La Cina è vicina, diceva il titolo di un film di qualche decennio fa. Ma allora la Cina era tutt’altro che vicina: era una sorta di pianeta sconosciuto e impenetrabile. Ora non più. Ora la Cina è veramente vicina e conosciuta. Buona parte del merito va al proficuo lavoro della Fondazione Italia-Cina (nata nel 2003 e presieduta da Cesare Romiti, già numero uno di Fiat in anni particolarmente difficili) che da tempo è promotrice di occasioni di conoscenza fra le due culture nel senso più ampio possibile, e quindi di tutti gli aspetti della società cinese. A questo proposito, nei giorni scorsi, infatti, la Fondazione ha presentato nell’aula magna del Politecnico di Milano il numero fresco di stampa di “Mondo cinese”: una ricerca-studio scientificamente documentata che scandaglia cultura, economia, commercio e turismo della Cina e i suoi rapporti con l’Europa. In sostanza, una pubblicazione imprescindibile anche in vista del 2018, anno intitolato al turismo Europa-Cina che sarà aperto ufficialmente il 19 gennaio prossimo a Venezia, la città storicamente ideale per un’ideale nuova via della seta. Venezia tra l’altro, e comprensibilmente, è una destinazione imprescindibile per i 3,79 milioni di turisti provenienti da Oriente in visita in Italia. Un numero importante, che lo diventa ancora di più se lo si considera in percentuale: più 12 per cento sull’anno precedente e con previsioni in forte crescita, anno dopo anno, man mano che la classe media cinese acquisisce maggiore disponibilità economica.
Ma, dicono dalla Fondazione, non si può stare con le mani in mano, bisogna in un certo senso guadagnarselo il turista cinese. Facendo in modo che prima ci conosca per poterci scegliere, e poi che, una volta arrivato in Italia, trovi quel genere di accoglienza che si aspetta. Lingua compresa. La Fondazione, in accordo con alcune regioni è impegnata su vari fronti, dalla formazione del personale e dei direttori di alberghi, a progetti di attrazione per il turista proveniente dalla Cina e persino nella formazione del personale operante nell’ambito del turismo invernale. Insomma, la Fondazione è impegnata a 360 gradi, anche perché la posta in gioco è notevole, basta guardare alcuni dati: più del 50% dei turisti è giovane, meno di 40 anni e con possibilità di spesa in forte crescita, oltreché in grande crescita anche di numero. Un po’ tutta l’Italia, ma Milano è proprio una città privilegiata nella scelta dello shopping dell’ospite cinese; si calcola che il 40 per cento degli acquisti venga fatto nel capoluogo lombardo. Le altre città visitate, sono le classiche per un po’ tutti i turisti di qualsiasi nazionalità che arrivano da noi: Roma, Firenze, Venezia e Milano.
Dal convegno milanese sono arrivati auspici e idee per far sì che anche i centri più piccoli possano diventare meta del turista cinese che è sempre più alla ricerca dell’esclusività e del lusso: quindi marketing adeguato e tecnologia così per far conoscere e mettere a disposizione sui social media, dei quali i cinesi sono assidui frequentatori, contenuti di qualità per far scoprire anche l’altra Italia. E magari far diventare l’Italia il Paese prima-destinazione-d’Europa. Cosa che invece al momento non è; in Italia, arrivano sì, ma dopo aver visitato altre capitali, e da noi il turista cinese si ferma meno giorni. Per questo è indispensabile incentivare gli strumenti per far conoscere le bellezze dell’Italia. Anche perché, insieme con il turismo, l’esperienza insegna che di pari passo vanno anche gli investimenti in imprese e attività economiche. Al convegno, sotto la presidenza di Cesare Romiti, han partecipato Guan Haibo, console per gli affari culturali della Repubblica Popolare Cinese; Giuliano Noci, prorettore del Polo Territoriale Cine e del Politecnico di Milano, che è stato animatore e coordinatore dei molti specialisti che hanno pubblicato le loro ricerche sul n. 160 di Mondo Cinese.
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“Mondo Cinese”, rivista scientifica di studi sulla Cina contemporanea è nata nel 1973, due anni dopo l’apertura dell’Istituto di cultura italo-cinese, successivamente nel 2009 è stata acquisita dalla Fondazione Italia Cina che l’ha ulteriormente arricchita di contenuti con i contributi di studiosi e specialisti della comunicazione così da offrire una visione scientifica a studenti e professionisti italiani sui vari aspetti del mondo cinese.