Gabriella, cosa ami di più del tuo lavoro?
Il momento in cui mi siedo in religioso silenzio con la mappa
cartacea aperta e studio un fly and drive, un itinerario, un tour particolare e complicato.
Qual è oggi la difficolta maggiore
nel vendere viaggi?
Vendere viaggi non è più difficile che vendere altri servizi, bisogna instaurare un rapporto ‘empatico’ con le persone che ti stanno di fronte. Io non lavoro al banco ogni giorno, chi parla con me lo fa soprattutto per viaggi particolari specialmente Usa e Canada, quindi serve essere competenti ed informati. Ma è fondamentale anche avere l’esperienza sul campo. Per esempio se hai fatto tanti fly and drive, sai sicuramente quali sono le problematiche relative a questa tipologia di viaggio, come fare benzina, cosa fare in caso di guasto, il drop off, come parcheggiare. Sembrano dettagli ma sono consigli che fanno la differenza in un viaggio di migliaia di km , soprattutto se per il cliente si tratta del primo viaggio in quella destinazione.
Quali sono le tue opinioni sul mercato dei millenials?
Rappresentano una bella sfida, sono clienti dinamici, informati che frequentano i social e per i quali è necessario proporre mete insolite, al di fuori delle rotte tipicamente turistiche frequentate da tutti.
Come vedi la categoria agenziale tra 10 anni?
Sempre più specializzata ed informata, l’agente di viaggio generico che vende da catalogo e non fa formazione continua è già da ora destinato all’estinzione.
Se non avessi fatto l’adv
che lavoro avresti voluto fare?
Sicuramente sarei stata una scrittrice di romanzi storici del periodo 1400-1700!
Non viaggeresti mai senza…?
Senza mio marito Claudio, mio compagno di vita e di avventure.
Qual è la prima cosa che fai
quando arrivi in una nuova città?
Dipende, per una destinazione vicina esco subito per andare ad esplorare la città. Ma se il viaggio è stato impegnativo preferisco prima riposarmi e poi uscire per un piccolo tour.
Una meta in cui torneresti appena possibile?
Non ho dubbi: Sunshine coast British Columbia Canada.
Qual è la cosa più strana
che hai mangiato in viaggio?
Ravioli con salsa dolciastra tipo sciroppo d’acero, pinoli, pesce e bacon...
veramente orribili.
Ed il souvenir più particolare che hai comprato?
Una piccola pecora in gesso con la cravatta e la cuffia di lana di Toni Goffe
a Quebec city.
Il ricordo più bello di un viaggio?
Avere assistito dal vivo ad un Pow wow dei nativi Shoshone-Bannoc nell’Idaho. E’ stata un’esperienza indimenticabile.
Se potessi dove vorresti
essere teletrasportata?
Sulla spiaggia di Kalaloch, nell’Olympic National Park, Washigton State.