Alessandro, cosa ami di più del tuo lavoro?
La possibilità di scoprire tantissimi luoghi non solo fisicamente, ma anche con la mente quando ti documenti e studi una destinazione per organizzare un viaggio ad un tuo cliente, e scopri tante cose a te sconosciute fino a quel giorno.
Quale è oggi la difficoltà maggiore nel vendere viaggi?
Non parlerei di difficoltà, ma sicuramente c’è diffidenza nel mio caso. Essendo un Consulente di Viaggi On-Line devi trasmettere al cliente sicurezza ed entrare subito in empatia parlando al telefono o scrivendo una mail. Naturalmente il cliente cerca sempre l’offerta per spendere meno, ma se prevale la professionalità il prezzo viene in secondo piano.
Quali sono le tue opinioni sul mercato dei millenials?
I millenials, di cui faccio parte anch’io, sono i pionieri del viaggio fai-da-te. Con l’avvento dei motori di ricerca per hotel e voli, hanno avuto modo di assaporare (soprattutto in Europa) i viaggi low cost, quindi li trovo molto esigenti sotto il punto di vista dell’itinerario. Si rivolgono ad un professionista con le idee già ben chiare e almeno un minimo di informazioni sulla destinazione. Sono le pratiche che mi stimolano di più, proprio perché toccano il mio Ego professionale.
Come vedi la categoria agenziale tra 10 anni?
Secondo me come in tutti i lavori bisognerà stare al passo coi tempi e sapersi reinventare, fare molta formazione per adeguarsi ai cambiamenti ed avere una proposta diversa ed originale rispetto a quelle che si trovano sul mercato. Non mi spaventa il fai-da-te, ho imparato che ci sono tante persone che preferiscono affidarsi ad un professionista per la loro vacanza o chi non ha tempo per cercare una proposta di viaggio. La figura dell’agente di viaggio non morirà mai.
Se non avessi fatto l’adv che lavoro avresti voluto fare?
Il calciatore! A parte gli scherzi, sinceramente credo avrei scelto sempre un lavoro legato al mondo del turismo.
Non viaggeresti mai senza…?
Il mio “microfono d’oro”. Nei miei viaggi porto sempre un microfono per girare piccoli video da postare sui social, per animare le tratte in pullman con un po’ di karaoke… Ormai mi assiste sempre come un fedele compagno di viaggio.
Qual è la prima cosa che fai quando arrivi in una nuova città?
Memorizzo (o scrivo) l’indirizzo e la posizione del mio alloggio, perché amo muovermi a piedi. Cammino così tanto che ho paura di trovarmi in un altro stato senza nemmeno accorgermene.
Una meta in cui torneresti?
Berlino, visitata in meno di tre giorni. Non mi ha entusiasmato come città, ma credo che abbia un gran potenziale e vorrei dargli una seconda chance.
Qual è la cosa più strana che hai mangiato in viaggio?
Il Kibinai, una specie di panzerotto ripieno di montone e cipolla, che ho mangiato a Trakai, un paesino non lontano da Vilnius in Lituania. Non ne conoscevo il ripieno, ma l’ho apprezzato tanto da mangiarne moltissimi.
Il souvenir più particolare che hai comprato?
Penso di averne comprati di veramente stravaganti nel corso dei miei viaggi, ma credo che il più particolare sia nel 2009 a Stoccolma un cappello a forma di alce, molto difficile da spiegare.
Il ricordo più bello di un viaggio?
New York, nell’ottobre del 2016. Rimasi veramente affascinato dalla città, vista e rivista in non so quanti film, ma vederla di persona mi lasciò impresse immagini di grattaceli immensi le strade enormi, Time Square e una diversità di culture mescolate tutte insieme.
Se potessi dove vorresti essere teletrasportato ora?
A San Francisco, una delle città che più mi affascinano anche senza aver mai visitato. La sogno da tanto tempo.