Michele Serra, presidente di Mistral Tour International e di Quality Group, gruppo di 9 brand (Mistral Tour, Il Diamante, Brasil World, America World, Exotic Tour, Latitud Patagonia, Discover Australia, Europa World e Italyscape), ciascuno specializzato in un’area geografica del mondo paralizzato dalla pandemia, affronta da mesi la sfida più grande della sua carriera e della sua vita. Nella nostra intervista, le sue riflessioni, la sua positività, la sua forza e determinazione ad andare avanti.
Nell'intervento che hai pubblicato su Aboca Live Magazine hai tracciato un quadro drammatico quanto reale della situazione che sta attraversando il turismo organizzato. Che garanzie avete dal Governo che arriveranno gli aiuti per superare i prossimi mesi?
Non ancora, ma sono moderatamente ottimista. Abbiamo fatto le richieste, il Governo sta lavorando e anche se non sappiamo quali saranno i tempi di attesa, siamo fiduciosi, perché lo sforzo che sta facendo lo Stato è di tenere in vita un suo redditizio fornitore, ovviamente bisogna tener conto del fatto che si tratta di una situazione straordinaria e inedita.
Quanto è importante per voi operatori essere uniti e coesi per garantire un futuro al settore?
Il mio giudizio sulle associazioni del turismo organizzato è eccezionale. Penso ad ASTOI Confindustria Viaggi e FTO, in primis, che hanno saputo far fronte al meglio a tutte le emergenze di questi mesi, prima con la delicata gestione dei rimpatri di tutti i nostri turisti in vacanza nel mondo al momento dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Poi anche sul fronte dei voucher vacanza, molto complicati da interpretare e proporre ai clienti. Se da un lato nel Turismo organizzato esistono diverse anime che devono convivere, è anche indubbio che associazioni come ASTOI e FTO, per esempio, stanno ragionando insieme per un bene comune ed è una svolta epocale, che darà nuova energia al futuro di entrambe. In questi mesi tra gli operatori è nato un dialogo importante e senza precedenti, tutti stiamo lottando per superare barriere storiche per poter tenere in piedi il nostro settore, mettendo da parte l’interesse del singolo. Tutto questo con l’augurio di tornare al più presto a farci una sana concorrenza.
I dati e i risultati raggiunti dal Quality Group nel 2019 sono molto positivi e la prospettiva di crescita nel 2020 era significativa. Quanto ci vorrà perché il mercato torni ai numeri del passato?
Non possiamo fare previsioni realistiche, per il momento abbiamo guardato al 2021 facendo un budget da guerra mondiale per cui preparandoci al peggio. Sicuramente la prima parte del 2021 sarà molto faticosa, la speranza è che ci sia un’apertura sul finire dell’anno, quello che ci auguriamo è che il 2021 ci dia i segnali necessari per capire quali direzioni prendere in futuro. La mia strategia è difendere l’azienda pensando ad un fatturato che mancherà, non è la mia previsione, ma la nostra strategia, ribadisco. L’andamento del mercato dipenderà da tanti, troppi fattori che esulano da noi, bisognerà vedere quanto le compagnie aeree riusciranno a resistere, quanti Paesi rimarranno ancora e per quanto tempo chiusi al turismo internazionale, come si evolverà la pandemia.
Avrà ancora un futuro il turismo per come l'abbiamo pensato e vissuto finora o è a tuo parere inevitabile un cambio di prospettiva e di paradigma per guardare con fiducia al domani?
Il turismo non cambierà, la direzione sarà la stessa, cambierà la velocità di navigazione, i cambiamenti saranno più repentini. Le linee guida del cambiamento, che tendevano a costruire un turismo di qualità, erano già in atto, noi seguivamo questa strada da tempo. Il Turismo è sinonimo di esperienza per eccellenza e sarà inevitabile tornare a sognare e vivere i posti più belli del mondo, alla ricerca di emozioni e conoscenza. Il tutto in modo impeccabile, perché l’organizzazione del viaggio, in tutti i suoi aspetti, sarà ancora più importante. Prenoteremo settimane in Perù a contatto con popolazioni accoglienti e alla scoperta di civiltà antiche, sceglieremo gite a Venezia perché è indiscutibile che saranno le città più affascinanti e ricche di storia, arte, cultura, ad essere le più attrattive.
Qual è il valore aggiunto del viaggio, che tu stesso hai definito 'utile', per la sua 'funzione educativa insostituibile' e una 'riserva di emozioni senza pari'? Perché non ne possiamo più fare a meno?
Ho sempre definito il viaggio un ‘bene primario’, nel senso che la conoscenza e l’apertura mentale che ci dà il viaggio è un bene insostituibile. Viaggiare amplia la nostra mente e i nostri orizzonti, ci aiuta ad avere un approccio più cosciente e responsabile, a valorizzare quello che siamo e abbiamo, inclusa la nostra ‘italianità’, le nostre tradizioni. È dal confronto però che ci arricchiamo come essere umani, che traiamo nuovi stimoli.
Hai parlato di solidarietà, qualità, conoscenza, sono le chiavi su cui impostare la vostra strategia per la ripartenza?
Il viaggio è conoscenza, certamente, come dicevamo. Ed è anche un potente anti-depressivo, grazie alla grande capacità di evasione che è capace di generare. Dà colore, movimento e adrenalina a giornate che per gran parte di noi altrimenti sarebbero tutte uguali. E poi è solidarietà, perché è motore dello sviluppo economico di un Paese. Basti pensare a quanti servizi attiviamo quando ci accingiamo a fare un viaggio, dall’edicola all’aeroporto alla guida turistica. Il viaggio è per sua natura un democratico ridistributore di ricchezza, che permette di migliorare le condizioni di Paesi ancora in via di sviluppo. Senza dimenticare che tiene viva una filiera di lavoratori, da noi operatori agli agenti di viaggio, solidarietà significa anche che ciascuno di noi esiste se esiste anche il suo competitor, nessuno esclude l’altro. La qualità, infine, è fondamentale e lo sarà sempre di più: quando si tornerà a viaggiare si avrà bisogno di professionisti che sappiano garantire il massimo in termini di assistenza, servizio, esperienza.
E la tecnologia?
La tecnologia ci ha permesso di superare barriere e confini, è uno strumento utile, al servizio dei professionisti, ma non sostituirà mai la forza della relazione umana. Non potrà mai essere comparabile alla creatività, all’efficienza, all’assistenza e alla fantasia che è peculiarità distintiva dei nostri esperti e degli agenti di viaggio.
Nove brand e centinaia di dipendenti: la professionalità del vostro staff e la dinamicità dei vostri prodotti vi hanno permesso di raggiungere risultati non sperati in passato. Cosa significa oggi poter contare su un'azienda così solida?
Non mi spaventa il discorso economico, fortunatamente in tanti anni siamo stati attenti e previdenti, quanto il fattore umano. Quello che ancora non mi fa dormire è pensare ai giovani, inclusi i miei figli, e al loro futuro. Chi si affaccia al mondo del Turismo, con tutta la sua complessità e dinamicità, ha continuamente bisogno di stimoli, di imparare, di confrontarsi e di crescere, diversificando attività e pensieri. È questo che manca in questo periodo, la possibilità di ‘costruire’ il futuro su basi sicure, di misurarsi con persone nuove, di andare lontano, oltre i propri confini. Manca la motivazione, che per un giovane è linfa vitale. Per questo la mia missione, anche insegnando nelle scuole, è tener vivo il desiderio di scoperta, dare un segnale di positività, di vita, di speranza. Una visione luminosa sul futuro.