Chiuso il 2023 con oltre 15 milioni di passeggeri trasportati, ITA Airways ora guarda al 2024, che vedrà l'apertura di sette nuovi scali tra aprile e l'autunno: Chicago, Toronto, Accra, Dakar, Riyadh, Kuwait City e Jeddah. In totale nel 2024 sono previste 56 destinazioni, di cui 16 in Italia, 26 in Europa e 14 intercontinentali. Nuove sfide si presentano per il vettore a livello commerciale, in attesa degli sviluppi per l'entrata di Lufthansa. Con un'offerta in crescita a doppia cifra, potrebbe arrivare a trasportare 20 milioni di passeggeri e superare i 3 miliardi di fatturato. È un quadro di notevole valore per un vettore entrato sul mercato meno di due anni e mezzo fa.
Iniziamo con il 2023, come è andato?
Il 2023 è stato un anno positivo, caratterizzato da una crescita su più fronti per ITA Airways. Si è chiuso con 15 milioni di passeggeri trasportati, il che rappresenta un aumento del 50% rispetto al 2022. Abbiamo registrato un incremento del 60% dell'offerta sull'intera rete e ricavi pari a 2,4 miliardi di euro, di cui 2,16 miliardi provenienti dai passeggeri, segnando un aumento del 67% rispetto al 2022.
Come avete ottenuto questi risultati?
Principalmente attraverso l'aumento del load factor, che è stato del 79% in media, con l'82% sul lungo raggio. Abbiamo inoltre puntato sul traffico di qualità verso destinazioni intercontinentali, registrando un aumento del 110% rispetto al 2022. Abbiamo ampliato la nostra flotta, passando da 52 aerei all'inizio dell'anno a 83 alla fine del 2023, di cui il 40% di nuova generazione.
Quali sono le prospettive future?
Prevediamo ulteriori sviluppi con una crescita del 37% dell'offerta e un aumento della flotta a 96 aeromobili, di cui il 66% di nuova generazione. Il rinnovo della flotta è una priorità per noi, non solo per favorire la crescita, ma anche per garantire un maggiore comfort ai nostri clienti e per promuovere la sostenibilità economica ed ambientale, riducendo il consumo di carburante e le emissioni di CO2.
Avete notato cambiamenti nei comportamenti dei passeggeri?
Sì, stiamo osservando una crescente domanda nel segmento leisure, con una richiesta di maggior spazio e comfort a bordo. Questo si riflette nella nostra strategia di ampliare lo spazio dedicato alle classi premium e di introdurre nuove opzioni, come le rotte Superior, che stanno riscuotendo un grande successo.
Quali sono i vostri mercati principali a lungo raggio?
Il Nord America e il Sud America sono sicuramente tra i nostri mercati più importanti. Abbiamo aumentato le frequenze su diverse rotte in queste regioni e stiamo anche osservando un crescente interesse per le connessioni attraverso Roma verso altre destinazioni.
Come state gestendo la situazione con Israele?
Abbiamo recentemente riaperto la rotta per Tel Aviv, nonostante il traffico attuale sia limitato. Tuttavia, riteniamo che sia importante mantenere una presenza in questo mercato e stiamo monitorando la situazione per valutare eventuali sviluppi futuri.
Qual è il sentimento che registrate nel 2024?
Nel primo trimestre, il mese di gennaio è stato positivo e l’outlook è molto positivo. C’è un grande ritorno di domanda, allo stesso modo c’è un grande ritorno di offerta e quindi competitività. Mi piacerebbe che ci fosse un po' più di rebooking, perché quello che sto vedendo rispetto all’anno scorso è che c’è un po' di ritardo sulla parte leisure italiana.
Ma è un problema solo per l’Italia?
Il mercato italiano è lento, mentre quello nordamericano ha già prenotato. Quello che mi auguro, perché si lavorerebbe meglio pianificando, è di stimolare le prenotazioni anticipate dal point of sale Italia. Come ho già detto, il mercato americano ha già prenotato, così come il Sud America. Il mese di gennaio, come point of sale Italia, sembrava chiudersi bene, poi c'è stata un po' di lentezza sulle prenotazioni. Poi sotto data ci sono state tante vendite anche sul lungo raggio.
Crede che il passeggero debba cercare di prenotare con anticipo?
Sì, prenotando con un certo anticipo ci sarebbe un po' più di programmazione anche per noi e potrebbe trovare tariffe buone e non andando sotto data dove spesso è difficile trovarle.
Forse, anche gli operatori dovrebbero spingere su un messaggio che prenotando prima è meglio?
Certamente sì, noi del mondo degli operatori del turismo dovremmo influenzare in qualche modo questo fenomeno, al fine di dare un messaggio al mercato che prenotando con anticipo si possono trovare soluzioni più economiche, permettendo a noi di fare programmazione.
I ritardi sulle consegne degli aerei vi creano problemi?
No, perché tra la parte operativa e quella commerciale siamo in stretto contatto e gestiamo l’offerta che possiamo immettere sul mercato con la disponibilità crescente di aerei in flotta.
Il programma Volare a quali numeri è arrivato?
Attualmente abbiamo 1.750.000 iscritti che fanno parte del programma di fidelizzazione.
Quanti sono gli italiani e quant'è la quota straniera?
Al momento gli italiani sono il 63% e il nostro obiettivo è di raggiungere la parità con gli stranieri in netta crescita nel corso di quest'anno.
Qual'è il target di iscritti per quest’anno?
Noi prevediamo di raggiungere i 2,6 milioni di iscritti alla fine del 2024.
Come raggiungere questo traguardo?
Noi facciamo promozione del programma Volare all’interno degli eventi che si svolgono all’estero con i nostri country manager e i team commerciali con il trade, la stampa per la comunicazione creando la brand awareness di Volare. Allo stesso tempo stiamo facendo delle attività promozionali nel merito di concedere doppi punti o doppie miglia spingendo il brand Volare. Poi facciamo eventi mirati a chi è livello executive. Ne abbiamo fatto uno a New York a metà dicembre con oltre 150 persone presenti. In futuro ne abbiamo pianificato uno a Tokyo e un altro a San Paolo.