L’Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale ha dato il via libera al progetto del nuovo terminal container lungo l’area di Montesyndal a Porto Marghera (Venezia) che sarà in grado di gestire fino a 600.000 TEU/anno e di lavorare la merce contenuta nei container nell’area di circa 65 ettari predisposta ad hoc. L’emergenza globale del Covid-19 non ferma la crescita del Sistema Portuale Veneto.
“I porti di Venezia e Chioggia sono perfettamente funzionanti e Porto di Marghera (Venezia) non sembra aver subìto un significativo calo a causa dell’emergenza sanitaria ed economica del Coronavirus – ha dichiarato nella videoconferenza svoltasi oggi, la prima in Italia dello shipping, Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Settentrionale. Nel mese di febbraio il traffico container ha anzi registrato un +4,3% rispetto allo stesso mese del 2019. Il ruolo della logistica e dei trasporti è stato riconosciuto essenziale dall’ultimo DPCM e siamo stati i primi a delineare le linee guida portuali, poi approvate dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che le ha estese a tutti i porti italiani.
Un miliardo di euro di finanziamenti a livello nazionale sono già disponibili, ma bloccati dalla burocrazia, per il potenziamento delle sedici autorità di sistema portuale del territorio italiano ed è probabile che questa emergenza cambierà la pianificazione della logistica nazionale ed internazionale. In questa fase di emergenza, stiamo lavorando al massimo per garantire la normalità, anche se non è possibile fare previsioni sul traffico container interno. In Cina il traffico merci ha perso l’11% nel trimestre gennaio-marzo 2020 con oltre 17 milioni di container in meno, che avrà un inevitabile riflesso negativo nei porti del Mediterraneo.
Ma in questo momento di lockdown mondiale, senza conoscere la durata dell’emergenza, è impossibile azzardare cifre esatte né tantomeno fare previsioni” conclude il Presidente Musolino. “In termini di toccate – sottolinea Alessandro Santi, Presidente Assoagenti marittimi Veneto – a febbraio il numero di navi arrivate è stato perfino più elevato mentre a marzo si registra la contrazione del -10%, che equivale ad una diminuzione di quindici navi entrate in porto”. Numeri straordinari se si considera che “Venezia è stato il primo porto italiano ad essere compreso in zona rossa, con relative limitazioni”. Non poche le problematiche soprattutto “connesse al traffico petrolifero, ma la merce che arriva nei porti è quella indispensabile per l’approvvigionamento in questa fase di emergenza sanitaria (mascherine, sanitari)”.
Ma la soluzione condivisa viene ribadita da Alessandro Becce, neo Amministratore Delegato Vecon che punta sul “coordinamento fra terminalisti, imprese portuali, fornitori di manodopera e controlli merce, anche in vista delle navi container salpate 40 giorni fa dalla Cina e in arrivo nei nostri porti, per regolare e garantire, soprattutto in questa fase, le merci essenziali”. Difficoltà logistiche denunciate soprattutto “da chi ogni giorno le vive in prima linea, e non a casa dietro una scrivania – dichiara Gianni Satini, Presidente veneto FAI Federazione Autotrasportatori Italiani e vice Presidente nazionale Conftrasporto. “Stiamo vivendo giorni difficili fra divieti giornalieri, decreti che si susseguono, annunciati a mezzanotte, che non tengono conto delle tempistiche della logistica. L’ultimo DPCM ha stabilito che le merci non si debbano fermare ma si rivela complicato con la chiusura parziale delle fabbriche. La salute resta la nostra priorità ma sussiste un aspetto non da meno legato all’economia: riusciranno le aziende a pagare i fornitori? E questi, a loro volta, a retribuire i subfornitori? Il problema della liquidità diventerà primario, l’auspicio è che nel Governo prevalga il buon senso nel varare ulteriori future misure”.
La salute prima di tutto. Per questo l’Autorità Portuale ha negato l’attracco alla nave da crociera Costa Victoria (con 1400 persone a bordo, tra equipaggio e passeggeri, nessun italiano ma un caso positivo da Coronavirus), che avrebbe dovuto attraccare nella città lagunare il 28 marzo. “Una decisione sofferta ma doverosa, obbligatoria dal momento che il Veneto è la terza regione italiana per numeri di contagi in Italia. Il decreto congiunto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e il Ministro della Salute ha stabilito che le navi da crociera battenti bandiera italiana abbiano diritto di attracco nei porti nazionali ma naturalmente devono prevalere il buon senso e le reali situazioni di emergenza territoriali” ha dichiarato Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Settentrionale.