Coronavirus ed il turismo di domani. Una lunga inchiesta, firmata da Elisabetta Canoro, ha provato ad immaginare come cambierà il settore quando finirà la pandemia. Online sul nostra magazine, vi riportiamo anche qui, puntata dopo puntata, tutti i possibili scenari.
In sole due settimane dallo scoppio del contagio sul territorio nazionale, gli Stati Uniti sono passati da essere terzo a primo Paese al mondo per numero di positivi al Covid 19. Nel momento in cui stiamo aggiornando i dati (è il 7 aprile) sono saliti a oltre 337.000 i casi di contagio accertati e oltre 9.000 i decessi. Ma le vittime aumentano di ora in ora, lo conferma Jerome Adams, capo del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti: “Ci aspetta la settimana più dura e più triste, sarà un ‘Pearl Harbur moment’”, dichiara. Lo Stato di New York è il più colpito con il 5% dei positivi al tampone, i morti sono di gran lunga superiori a quelli dell’11 settembre, raddoppiati in soli tre giorni: a New York City ogni 17 minuti muore un abitante, mentre un disorientato Bill De Blasi, primo cittadino della ‘città che non dorme mai’ - ormai è spenta da giorni - dichiara che metà della popolazione metropolitana verrà colpita dal virus. Le strade sono vuote e avvolte da un silenzio surreale, interrotto solo dalle sirene delle ambulanze in corsa verso ospedali già saturi. Secondo il New York Times lo scenario è peggiore di quello di Wuhan, in Cina o della Lombardia, in Italia. Il bilancio aggiornato al 6 aprile è di 8.661 nuovi casi in un solo giorno, 2.373 morti, la Grande Mela è in ginocchio. “Non ci sono più letti né respiratori”, conferma il governatore Andrew Cuomo, mentre in tempo record navi da crociera vengono adibite ad ospedali.
Dopo un primo piano da 1.000 miliardi di dollari, in poco tempo Donald Trump decide invece di firmare una manovra Mammut anti-virus da 2.000 miliardi di dollari, pari a quasi il 10% del Pil nazionale. È la prima volta nella storia degli Stati Uniti. È però anche una sfida senza precedenti per l’intera umanità, avvilita e mortificata, che ha come unica arma il totale lockdown e il blocco di tutte le attività, un isolamento forzato che paralizza il mondo e l’economia, cancellando e impedendo qualsiasi momento aggregativo, Olimpiadi di Tokyo incluse.
Quasi la metà della popolazione mondiale è confinata e chiusa nelle proprie case, impotente contro un virus che di fatto sembra non risparmiare nessuno, direttamente o indirettamente. Secondo l’ultimo bilancio reso noto dalla Johns Hopkins University, i casi nel mondo hanno superato quota 1,2 milioni, più di 65.000 sono i morti.
Dopo gli Stati Uniti, al secondo posto è la Spagna con 135.000 contagi e già 13.000 morti, segue l’Italia con oltre 115.000 casi e oltre 15.362 decessi e 20.996 guariti, seguono Germania, con oltre 110.000 contagiati, la Cina con oltre 90.000 positivi e l’incubo di una seconda ondata che ha già messo in autoisolamento 600mila persone. Intanto a Londra, il premier Boris Johnson, ultimo a comprendere la gravità dell’emergenza, è anche - ironia della sorte - il primo importante politico a livello planetario ad essere risultato positivo al Covid 19 (da ieri ricoverato in ospedale), tra l’altro insieme ad altri membri dell’esecutivo e al Ministro della Sanità britannica Matt Hancock. “Sappiamo che le cose peggioreranno”, dichiara il premier britannico in una lettera datata 29 marzo riportata dal The Guardian, “arriverà in settimana in 30 milioni di case del Regno Unito. Più siamo numerosi a seguire le regole, minore sarà il numero di vite che andranno perse e prima la vita di tutti tornerà alla normalità”, continua, annunciando nuove misure restrittive.
Ma i numeri corrono e non lasciano spazio a false speranze in nessun dove, è un bollettino di guerra che da troppi giorni accompagna le cronache, quelle del nostro Paese in primis. “È uno shock di proporzioni epocali, 14.000 decessi è una ferita che non si potrà sanare”, commenta da Palazzo Chigi il nostro premier Giuseppe Conte il 1 aprile. Siamo al picco dei contagi: nelle ultime 24 ore nel nostro Paese sono stati registrati oltre 2.000 malati in più, più di 800 i morti, “stiamo combattendo un nemico invisibile, bisogna essere coesi, rigorosi, coordinati”, ribadisce ad un’Europa fino ad allora ‘inerme’, mentre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri annuncia “l’intervento sulla liquidità delle imprese con altri 200 miliardi di prestiti garantiti che coprano fino al 25% del fatturato di tutte le imprese con il 90% di garanzia dello stato”.
La mappa dell’avanzare della pandemia da Coronavirus traccia ogni giorno un quadro sempre più tragico di una gravissima crisi sanitaria, che è diventata al contempo anche economica, finanziaria e sociale, a livello globale. Le nostre sono ‘vite sospese’, malattia e morte si sono insinuate in modo subdolo, cambiando per sempre le nostre esistenze, mentre “davanti ai nostri occhi si dissolve come nebbia al sole il paradigma della civiltà: che possiamo tutto e tutto ci appartiene”, spiega il premio Nobel per la Letteratura Olga Tobarczuk al Corriere della Sera.
In termini economici, quest’anno si stima una perdita di 49 miliardi di capacità di spesa internazionale. Secondo l’Onu il fermo può bruciare oltre 25 milioni di posti di lavoro nel mondo. È il Turismo uno dei settori più colpiti, perché al centro di un giro d’affari globale. Ospitalità, Aviation e Crociere, i comparti più rappresentativi dell’industria turistica, sono anche quelli più ‘spiccatamente’ a rischio e per l’epidemiologo Penn State Maciej Boni però non si tornerà a viaggiare prima di un anno. Secondo la World Tourism Organization, il drastico calo del turismo internazionale sta provocando una perdita tra i 300 e 450 bilioni di dollari, significa che andranno perduti tra i 5 e 7 anni di crescita di valore nel turismo, corrispondenti a un - 4% (la Sars nel 2003 aveva causato ‘solo’ un - 0,4%).
“Il turismo è tra i settori più colpiti dall’emergenza”, dichiara anche il segretario generale Zurad Pololikashvili (nella foto), “Milioni di posti di lavoro sono a rischio, tra l’altro circa l’80% del business turistico è fatto di piccole e medie imprese, senza dimenticare che la filiera crea opportunità di lavoro per donne, giovani e per le comunità rurali”. Enfatizza anche la storica ‘resilienza’ del settore, mentre annuncia che è già stato istituito un Global Tourism Crisis Commitee, che lavora a stretto contatto con l’organizzazione mondiale della sanità..