Seconda parte dell'inchiesta sul lusso firmata Elisabetta Canoro. Crociere, trasporti, compagnie aree...il mercato si evolve ai tempi del coronavirus.
Riflettori puntati sull’Italia, per risollevare e rilanciare regioni, territori, città d’arte, con tutto l’indotto del turismo esperienziale di alto livello, servizi dedicati abbinati ad un’offerta enogastronomica che non ha eguali. Il tutto nel Paese che pur rappresentando solo lo 0,5% del mondo, ne possiede oltre il 70% dei siti dichiarati Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO e l’80% della biodiversità del pianeta. Nascono da questa consapevolezza diverse campagne come NowItaly di Dreamsteam-Taverviaggi di Andrea Mereghetti: “Non potendo per il momento portare i nostri ospiti in giro per il mondo, offriamo la possibilità di visitare un Paese unico al mondo, il nostro”.
Puntando su amenities e nuovi servizi, dal late check out all’upgrade in caso vi sia deisponibilità. In collaborazione con il prestigioso circuito Virtuoso: “Proporremo ogni giorno uno dei 117 hotel italiani inseriti nel network”, ha spiegato Chiara Zampogna, ceo del Gruppo. Tornano così in auge i consulenti e i professionisti del viaggio organizzato, agenti di viaggio con esperienza decennale in grado di costruire viaggi ed esperienze sartoriali, quindi il più possibile personalizzati. Lo ha spiegato anche Misty Belles, manager director global public relation di Virtuoso: “Nel mondo post Covid, verranno sempre più apprezzate esperienza e competenza di un consulente. Avere una persona dedicata è un elemento rassicurante, che garantisce un intervento il più possibile mirato e immediato in caso di necessità”.
Sebbene alcune compagnie stanno riprogrammando tratte e slot rinforzando le misure di sanificazione, i turisti luxury sono comunque orientati a scegliere voli privati per i loro spostamenti. Ne è convinto Alex Wilcox, ceo della compagnia aerea privata Jsx: “Almeno per un anno, i viaggiatori altospendenti prediligeranno la possibilità di volare solo con la propria famiglia o comunque un ristretto gruppo di amici”, ha detto segnalando già una crescita delle richieste sia per voli leisure sia per voli business.
Intanto anche le compagnie aeree private scendono in campo contro il Covid, come Jetfly, che ha messo a disposizione parte della sua flotta di aerei Pilatus PC-12 per il personale medico in Europa e per il trasporto di materiale sanitario: “Con la collaborazione unica dei nostri clienti, siamo orgogliosi di supportare le regioni che necessitano di ulteriore aiuto per trasportare medici, infermieri e attrezzature sanitarie come ventilatori, maschere protettive, guanti, tute e gel medici”, ha commentato Cédric Lescop, ceo della compagnia. Chi sceglie la vacanza in mare, secondo gli esperti, si affiderà ad agenzie specializzate nell’affitto di yacht privati di ultima generazione, con staff di bordo e a terra in costante dialogo con i porti toccati dall’itinerario scelto. Ad oggi infatti, i passeggeri che viaggiano per mare non possono sbarcare per le consuete visite in giornata dei luoghi toccati dal tour, perché tuttora vincolati dalle restrizioni di quarantena imposte.
La forza del Made in Italy e il social value per costruire il futuro Altagamma in associazione con Boston Consulting Group e Bernstein ha stimato che la crisi globale di COVID-19 porterà a un calo delle vendite nell’industria del lusso tra 30 e 40 miliardi di euro. Secondo l’Index of Consumer Sentiment (ICS), il coronavirus ha fortemente condizionato la volontà di spendere soldi. La pandemia globale ha poi avuto ripercussioni anche sul comportamento dei consumatori di tutte le estrazioni sociali, basti pensare che il virus non ha risparmiato membri di famiglie reali o leader politici, in passato immuni ad altre tipologie di crisi.
Intanto, in Cina, è già diventato un caso lo strano fenomeno del “revenge shopping”, ovvero il bisogno di rivalsa sull’isolamento forzato facendo acquisti. Sui nuovi scenari del mercato del lusso dopo il Covid-19 si sono interrogati gli esperti in materia: la spinta per tutti dopo il lungo isolamento sarà la volontà di tornare al più presto alla normalità grazie a strategie di rilancio e di ripresa in tutti i segmeti del lusso, dai servizi al food, dall’intrattenimento al benessere. Lo ha spiegato la dottoressa Barbara Czyzewska, Head of Luxury Marketing and Brand Management Specialization presso Glion Institute of Higher Education. Imperativo assoluto per i luxury brand in questo momento sospeso è mantenere vivo il marchio mostrando in primis i loro valori, che si fanno added value e case history che saranno oggetto di studio nei prossimi decenni, proprio per l’eccezionalità di una situazione che non si è mai verificata prima.
A prevalere sui consumatori saranno emozioni e sentimenti, in una parola i valori e l’importanza data alla responsabilità sociale, come sostiene Czyzewska: “Le azioni concrete di aiuto e coinvolgimento terranno alto il marchio nell’immaginario collettivo, come hanno fatto importanti firme nel mondo del fashion”. A fare da apripista in questo è stato Giorgio Armani, che per primo si è distinto con la decisione di convertire la sua intera produzione per realizzare solo camici per medici e infermieri: in marzo tutti gli stabilimenti del Gruppo, infatti, sono stati preposti alla creazione di camici monouso per gli operatori sanitari, che ancora in troppi casi lavoravano negli ospedali senza protezione personale adeguate. Una strategia che suona come un messaggio, come un grido destinato a lasciare il segno. E così è stato. Sul suo esempio, infatti, l’intero mondo dell’alta moda è sceso in campo per sostenere l’Italia in questo momento drammatico. Anche LVMH ha convertito la produzione in fabbriche per creare materiali per aiutare i paesi con carenza di forniture mediche. Bulgari, invece, ha trasformato le sue fabbriche di profumi in produttori di disinfettanti per le mani, mentre altri stanno realizzando mascherine per il viso. Tra gli altri, Moncler, Richemont Group, Ralph Laurent e Capri Holdings sono solo alcune delle numerose aziende che hanno fornito contributi finanziari ad associazioni e ospedali.
In prima linea ancora il Gruppo Armani che, dopo l’iniziale donazione stanziata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma, ha donato anche all’Ospedale di Bergamo, quello di Piacenza e della Versilia per una somma complessiva di due milioni di euro. Azioni che dimostrano le ottime politiche di responsabilità sociale d’impresa dei brand del lusso e che testimoniano come soprattutto nelle difficoltà la sicurezza delle persone sia la priorità per tutti.
E l’ultima virtuosa iniziativa viene ancora da lui, Re Giorgio che, notizia di pochi giorni fa, anticipando ancora uan volta le nuove esigenze di un mondo che sarà sempre meno globalizzato a favore di una valorizzazione interna della ricchezza di ciascun Paese, ha deciso di ripartire dall’Italia e dalla sua città, Milano, spostando le sfilate di alta moda in programma a Parigi nel capoluogo lombardo. Il consueto appuntamento con l’Armani Privé, slitterà infatti a gennaio 2021 e non si svolgerà più nella Ville Lumière come è stato finora, ma nella storica sede meneghina di Palazzo Orsini di via Borgonuovo. Un segnale importante, che si inserisce perfettamente nell’esigenza rinnovata nell’animo delle persone di rafforzare il proprio senso di identità e di appartenenza, oltre al bisogno di sicurezza.
Anche spendendo in tempo di crisi, come sostiene Chris Gray, fondatore della società di consulenza di psicologia dei consumatori Buycology. E non è un caso che gli aggettivi che meglio definiscono turista luxury e big spender in generale siano identità e sicurezza, ma anche prestigio e opportunità. Intanto il luxury tourist è pronto a partire, si stima che le prenotazioni cresceranno non appena riapriranno i confini, il lusso sembra non averne.