Animi tesi nel settore della turismo, le imprese sono con l'acqua gola ed il futuro appare sempre più complicato. Nullo al momento il supporto del Governo e le sigle associative spingono sull'acceleratore sperando in un intervento in extremis dello Stato che dia un po di ossigeno al comparto.
La richiesta numero uno non può che essere la proroga della cassa integrazione in deroga per i lavoratori del settore, come ha chiesto a viva voce Fiavet attraverso il presidente Ivana Jelinic: "L’attesa per il nostro settore non è più prorogabile, è urgente che si dica subito alle imprese cosa devono fare. Il turismo sta soffrendo in un modo indicibile e non è più possibile esitare oltre, i lavoratori dipendono da noi, ma sono prima di tutto cittadini italiani, come noi, c’è quindi necessità che il Governo dica immediatamente cosa intende fare”.
Una misura più volte sbandierata dal MiBACT ma che non è stata ancora accompagnata da un provvedimento esecutivo. A suonare la carica ci ha pensato anche Federalberghi, che in una nota ha sottolineato come sia importante che "Governo e Parlamento agiscano rapidamente per rifinanziare gli ammortizzatori ma anche per porre le basi della ripresa con misure coraggiose di sgravio del costo del lavoro e di finanziamento delle attività che sono ripartite o stanno per farlo". D'altronde, prosegue l'assocazione guidata da Bernabò Bocca "gli ultimi dati messi a disposizione dall’INPS – relativi al mese di maggio – quantificano in 137 milioni di ore il ricorso all’integrazione salariale per alberghi e ristoranti. Molte imprese hanno già esaurito la dote di 18 settimane di integrazione salariale e stanno riscontrando gravi difficoltà nella gestione dei rapporti di lavoro".
Dello stesso avviso anche Fulvio Avataneo, presidente Aiav: "Servirebbe è la previsione della cassa integrazione almeno per tutto il 2020, con il contestuale azzeramento del pagamento delle imposte a carico, soprattutto, delle micro imprese. La mancata attuazione di tali misure porterà alla chiusura di innumerevoli attività ed alla creazione di migliaia di disoccupati, che peseranno sull’economia dello Stato.È quindi necessario ed urgente che vengano mantenute le numerose promesse fatte al settore turistico tutto, con l’adozione di misure questa volta davvero incisive ed utili per sostenere il settore turistico e le agenzie di viaggi italiane".
Il momento è drammatico, come ha tuonato il presidente di Advunite Cesare Foà: "Non avendo avuto il prosieguo della cassa in deroga avremo 22000 persone licenziate a cui andranno ad aggiungersi i lavoratori dei tour operator e gli altri comparti turistici. Molte agenzie chiuderanno la loro attività lasciando anche molti voucher di rimborso inesitati. Il nostro è un grido d'allarme non solo per i dipendenti ma anche per gli utenti finali".
Un appello al ministro Franceschini, l'ennesimo, lo ha lanciato anche Angioletto de Negri, amministratore I Viaggi dell’Airone: "La nostra sfiducia è totale e quale extrema ratio siamo pronti a mollare tutto e subito. L’indifferenza alle nostre continue sollecitazioni manifestata dal Governo e dal Ministro del Turismo Dario Franceschini ha fatto sì che si innescasse una tacita intesa tra tutti gli attori del sistema turismo per arrivare, a breve, alla chiusura a tempo indeterminato delle migliaia di aziende del settore, conseguenza diretta dell’inesistenza di interventi concreti ed urgentissimi del Ministro del Turismo e della completa indifferenza dell’attuale improvvisato Governo".
Bisogna agire e farlo subito, il tempo delle promesse è ormai terminato e se non si vuole azzerare completamente un settore che vale il 13% del pil il Governo ha il dovere di dare un segnale immediato. Le aziende non aspettano atro.