Fondi pubblici a sostegno del comparto aereo. La pandemia di coronavirus ha fatto saltare il banco mettendo in difficoltà i vettori, secondo la Iata nel solo mese di marzo il traffico passeggeri globale è sceso del 52,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente segnando il punto più basso della storia recente. Inevitabile il contraccolpo economico nelle casse dei vettori che corrono ai ripari chiedendo aiuto ai governi.
I primi a lanciare un salvagente alle compagnie sono state Francia e Germania che hanno ottenuto aiuti di stato e prestiti dalle banche rispettivamente per 11 e 10 miliardi di euro. L’esecutivo transalpino, nello specifico, ha messo in campo l’artiglieria pesante con un prestito diretto ad Air France pari 3 miliardi di euro per un massimo di 6 anni e garantendo il 90% di ulteriori 4 miliardi da un consorzio di banche commerciali per un totale di tre anni.
Amsterdam dal canto suo concederà a KLM una cifra che oscilla tra i 2 ed i 4 miliardi di euro attraverso l’aumento di capitale. Forte l’impegno di Angela Merkel nei confronti di Lufthansa, il fondo di 10 miliardi di euro consente al vettore di respirare, l’intervento governativo è stato accompagnato anche da una clausola che evidenzia come il sostegno istituzionale non sia una nazionalizzazione della compagnia.
Acque agitate anche nel Regno Unito, Flybe, vettore low cost con sede a Exeter, non ha retto alla crisi e ha chiuso anzitempo i battenti mentre British Airways ha avviato una forte opera di ristrutturazione aziendale che, potrebbe causare fino a 12.000 esuberi. I ricavi nel primo trimestre, come si legge in una nota di Iag, la holding che controlla British Airways e Iberia, sono scesi a 4,6 miliardi di sterline, tredici punti in meno rispetto al 2019, mentre il risultato operativo prima delle poste straordinarie registra una perdita di 535 milioni di sterline.
Ulteriore misura presa dalla compagnia sarebbe la chiusura delle operazioni sull’aeroporto di Londra Gatwick, il secondo scalo per importanza del Regno Unito, dove genera un sesto dei 44 milioni di passeggeri annui. Il Governo di Londra ha garantito, intanto alla compagnia di accedere agli aiuti a sostegno dell’occupazione per coprire l'80% degli stipendi per i lavoratori dipendenti.
In seguito, il governo londinese ha concesso anche ad easyJet un prestito di 600 milioni di sterline attraverso il pacchetto di interventi di Bank of England. In amministrazione volontaria, invece, Virgin Atlantic messa in vendita da Richard Branson.
A fare i conti con l’emergenza è anche Ryanair, che contesta gli aiuti statali concessi ai competitor e prevede per l’intero anno, che si concluderà a marzo 2021, di trasportare meno di 100 milioni di passeggeri contri i 154 milioni previsti. Il dato del Q1 vede la compagnia di O’Leary chiudere con un traffico passeggeri inferiore al 99,5% con meno di 150.000 clienti trasportati.
Ed alla luce di questi dati il vettore irlandese gioca in difesa rivedendo i piani di crescita con una riduzione delle consegne dei nuovi A320 pianificati per i prossimi due anni ed una robusta sforbiciata al personale che partirà da luglio 2020 con circa 3000 tagli previsti. Dell’ennesima nuova Alitalia si è già detto tanto, marzo ed aprile hanno fatto registrare un tracollo dei ricavi del 76% e del 97% con un incasso totale, negli ultimi 30 giorni, di soli 5 milioni di euro rispetto ai 160 di aprile 2019.
Il piano del Governo è partire il primo giugno, ma non sono da escludere ritardi, con 2 newco, una che prenderà in affitto il ramo CityLiner ed una Alitalia la cui ripartenza prevede una flotta di 92 aerei contro i 113 attuali. Sono 50, invece, i miliardi messi sul tavolo da Trump tra garanzie statali e sostegni all’occupazione, American Airlines ha ottenuto 5,8 miliardi di dollari, 5,5 miliardi Delta e 5 United.
Piovono soldi anche in Oriente, 13 miliardi per salvare Singapore Airlines e nuovi aumenti di capitale in vista per Emirates e Qatar Airways.